Recensione “Tortuga” di Valerio Evangelisti

Valutazione: ★★★★/5
Pubblicato da: Mondadori
Genere: Avventura
Pagine: 330
ISBN: 978-8804592907

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Trama “Tortuga” di Valerio Evangelisti

Nel 1685, i giorni dei pirati raggruppati nella confraternita detta dei Fratelli della Costa, obbedienti al re di Francia, sono contati. Luigi XIV ha fatto la pace con la Spagna e le scorribande dei filibustieri dei Caraibi, che hanno per base l’isola della Tortuga (La Tortue), sono diventate scomode. Un nuovo governatore ha preso possesso dell’isola e intende normalizzarla. È in questa situazione che un nostromo portoghese, Rogério de Campos, ex gesuita dal passato torbido, è catturato dal comandante pirata Lorencillo e arruolato a forza. Si trova a vivere tra gente sconcertante, dalla vita libera e indisciplinata e dalle imprevedibili esplosioni di crudeltà. Lentamente, Rogério è conquistato dalle regole a volte fraterne, a volte feroci, di quella comunità singolare. La sua è una progressiva discesa all’inferno – un inferno, però, fondato sullo scatenamento degli istinti, e a suo modo “democratico”. La stessa Tortuga, covo della Filibusta fedele in teoria alla Francia, ha le apparenze di una repubblica, eppure si fonda sul più rigido schiavismo. Rogério, passato al servizio del tetro cavaliere De Grammont, partecipa all’ultima grande avventura dei pirati della Tortuga: la presa, sanguinosissima, della città di Campeche, sulle coste messicane. Unica luce, in quella conquista infernale, l’amore del portoghese per una schiava africana da cui lo stesso De Grammont è attratto. Sarà l’episodio che volgerà il viaggio di ritorno in tragedia.

Recensione “Tortuga” di Valerio Evangelisti [a cura di Elisa Pinca]

Libri vs pregiudizi: “ormai ho perso il conto”.
Qualche mese fa la mia incapacità di dire “NO”, in questo caso per non risultare scortese e mascherare i miei pregiudizi, ha permesso al libro Tortuga di varcare le soglie di casa mia.
In attesa dell’arrivo dei nuovi libri ordinati, decido di non mantenere fede alla volontà di restituire il libro senza averlo realmente letto.
L’unico mio approccio al mondo dei pirati, prima di questo libro, consisteva nei primi film della saga “Pirati dei Caraibi” (come è possibile, d’altra parte, resistere a Johnny Depp?); inoltre, la promessa di una narrazione cruda e cruenta non mi attirava per niente.
Sangue, battaglie, crudeltà, spietatezza, disumanità… non mancano, mentirei se dicessi il contrario. Se, però, aggiungessi che questi temi non sono il focus principale del libro? Che durante la lettura non rappresentano l’aspetto che più attira l’attenzione?

1685, Mar dei caribi
Il capitano pirata Laurens De Graaf, detto Lorencillo, conosciuto da tutti come tra uno dei più spietati sciacalli che si nascondevano nei mari prossimi alla Tortuga, depreda navi battenti bandiere nemiche a servizio del re di Francia. Tra queste viene assalita la nave spagnola Rey de Reyes sulla quale prestava servizio il nostro protagonista: Rogério de Campos.
Grazie al suo ruolo di nostromo, viene arruolato sul Neptune, nave di Lorencillo, con l’intento di essere ceduto al capitano De Grammont.
La vita a bordo è regolata dalle leggi dei fratelli della costa: un forte cameratismo, si possono attaccare solo le navi nemiche, i fratelli caduti in mare devono essere salvati, ognuno a bordo ha il proprio grado ed il suo compito.
Un cameratismo quasi degno dei college inglesi.
Il vascello, come scopre il lettore durante la lettura, rappresenta il miglior punto di osservazione della natura umana. Essa è originariamente buona, come sostiene Rogeiro, ex gesuita, o sono l’egoismo e la spietatezza umana a regolare le azioni dell’uomo? Quali giustificazioni gli uomini adducono alle loro barbarie? Quelle dei pirati sono diverse da quelle che muovono i sovrani occidentali a dichiarare guerra agli altri Stati? La volontà di Dio in tutto questo? (pirati e sorani sono credenti).

“La belva che è in tutti noi non solo ferisce e uccide, ma cerca giustificazioni etiche alle sue malefatte. Le peggiori torture diventano “inevitabili” [..]”.

“Non dirmi che ritieni un uomo simile a un pollo, a una scimmia o a un negro. Noi siamo esseri senzienti”.

Oltre a riflessioni sulla natura dell’uomo e delle sue azioni, il libro ci spinge a riflettere sull’amore e sulle sue capacità di influire sulla razionalità dell’uomo.
Fino a che punto ci si spinge per esso? È in grado di sovrastare il cameratismo, l’onore, il contratto di arruolamento o di soverchiare le credenze dell’epoca secondo cui i neri erano da considerare alla stregua degli animali?

Avventure che mostrano la precarietà della vita dei pirati quindi dediti al culto della morte più che quello della vita, a godere, non risparmiare. Arricchirsi per sperperare alla prima occasione.

“Dunque, secondo voi, è il male l’essenza della vita.”
“No, lo è la morte, che non è né un bene nè un male: è inevitabile”.

Valore, onore e ricchezze che dovranno difendere anche quando il re di Francia, del quale sono a servizio, deciderà di porre fine ai Fratelli della costa impossessandosi della Tortuga e distruggendo le navi dei pirati. Riusciranno a salvare il loro posto? A riportare il re dalla loro parte?

Riuscirà il nostro pirata a riscattare il suo bottino? Contro chi dovrà combattere per ottenerlo? Riuscirà a rispettare la sua natura di uomo buono o la spregiudicatezza della guerra conquisterà anche lui?

È un libro nel quale nessun personaggio è completamente buono o cattivo.

“Suvvia, non ditemi che non vi è piaciuto” sussurrò il chirurgo […]
“Che cosa?”
“Ma ucciedere,no?”
Rogéiro tacque.

Narra di personaggi realmente esistiti, ma resi protagonisti di vicende di fantasia sullo sfondo di eventi storici ben documentati. Realismo storico che ho trovato molto apprezzabile. L’autore non si limita a dare ruoli di peso, al fine narrativo, ai pirati; sui vascelli troviamo coinvolti anche dottori, mozzi e schiavi.
Spiccano il dottor Ravenue de Lussan ed il dottor Exquemeling artefici di riflessioni sul mondo e soprattutto sula natura umana, sulla morale.
Non sono presenti né giudizi morali né giustificazioni “politicamente corrette”.

Il testo è di lettura scorrevole, apprezzabile anche la breve durata di ogni capitolo.
Lo consiglio a chiunque è appassionato al genere, a chi ama le ricostruzioni storiche accurate, ma anche a chi, non incline a questo genere, ha voglia di leggere qualcosa di diverso.

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