Recensione “Conosci te stesso” di Desiree

Conoscere e accettare se stessi è una delle sfide più difficili da affrontare e vincere. Non potevo quindi rimanere indifferente davanti ad un libro con questa tematica. È con questo spirito carico di aspettative che ho accettato la proposta della giovane autrice di leggere il suo romanzo d’esordio “Conosci te stesso”.

Purtroppo però le mie aspettative non sono state soddisfatte.

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Conoscere se stessi è la sfida che ognuno di noi dovrebbe cogliere.
In quanti sappiamo veramente chi siamo?
Come possiamo pretendere di conoscere gli altri, il mondo e tendere alla felicità, se non conosciamo la nostra vera essenza?
Anche per la protagonista di Conosci Te Stesso ciò che sembrava vero e definito, si rivelerà essere in realtà mera apparenza. Infatti, non necessariamente ciò che crediamo sia la nostra esistenza è davvero il nostro “Io”.
Attraverso il topos del viaggio, presente nella nostra letteratura da secoli, (basti pensare a Omero nell’Odissea o a Dante con la Divina Commedia), destrutturando la sua vita, riuscirà a cogliere la sua vera e unica natura.
E tu sei pronto/a a capire chi sei?

Recensione “Conosci te stesso” di Desiree

“Conosci te stesso” è un libricino di poco più di 60 pagine. Quasi un racconto quindi e considerando che nell’ultimo periodo ho molto rivalutato e apprezzato le storie brevi che in poche pagine riescono a regalare le stesse emozioni di un romanzo più corposo, ero molto propositiva. Il mio entusiasmo si è però smorzato rapidamente.

Speravo di avere tra le mani una storia introspettiva, intrisa di pensieri e riflessioni ma non è stato così. Ho apprezzato l’idea di base dell’autrice sotto pseudonimo “Desiree” che ha voluto provare a raccontare il viaggio interiore di una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo, costretta a lottare contro tutte le ingiustizie che ancora oggi le donne sono costrette ad affrontare. Il problema è che l’effetto è stato quello contrario.

In “Conosci te stessa” infatti ci ritroviamo faccia a faccia con una protagonista frivola e priva di spessore (anche poco caratterizzata se non esteticamente). La sua storia, il suo viaggio ha inizio in seguito ad una delusione d’amore. Dopo esser stata lasciata la giovane ragazza decide di partire da sola, direzione Grecia. Una volta giunta a destinazione piuttosto che immergersi nelle tradizioni, scoprire le abitudini, parlare con le famiglie, visitare luoghi, ecc… la ragazza decide di tagliarsi i capelli, indossare il suo vestito migliore e andare a caccia del suo prossimo uomo più che di se stessa.

Non sono riuscita ad entrare affatto in sintonia con la protagonista né con lo stile dell’autrice. L’intero libro ha infatti grossi problemi strutturali e tecnici: il POV saltella spesso dalla terza persona alla prima persona, ci sono un mucchio di refusi e per enfatizzare i temi più scottanti sono state utilizzate una serie di frasi fatte che personalmente non mi sono andate giù.

“La violenza sulle donne è da sempre uno dei mali della nostra società e le statistiche tra molestie e violenze, perpetrate sia tra le mura domestiche che da sconosciuti, rivelano che sono all’ordine del giorno. Non stiamo parlando di Paesi del terzo mondo o disagiati, i dati parlano del nostro Bel Paese e delle nostre città, dove una ragazza non può permettersi di girare da sola di notte o di indossare ciò che vuole, ovviamente sempre con buon senso. Non sto dicendo che mettere una gonna giro inguine vada bene, a livello di buon gusto, ma non legittima assolutamente una violenza o una molestia.”

Come può una frase del genere integrarsi con il contesto? Sembra una frase che quotidianamente si legge sui Social. Il tema mi è molto a cuore, e chi mi segue in questo periodo sa quanto io sia pienamente convinta che la donna debba essere rispettata come individuo e non come essere umano di genere femminile che per farsi strada ha bisogno di un abitino o che nella società non conta nulla se non utile ad accudire casa e bambini. Potete quindi capire quanto ritrovarmi frasi così banali mi abbia infastidita. Fastidio che è poi aumentato andando avanti con la lettura, ritrovandomi davanti una protagonista che per sentirsi completa ha solo bisogno del nuovo adone di turno.

Sono pienamente convinta che l’autrice abbia a cuore come me questi temi altrimenti non avrebbe scelto di parlarne nel suo libro, ma il messaggio così non ha funzionato. Il mio consiglio da lettrice e da donna all’autrice è quello di buttar via la razionalità e le frasi fatte e di parlare con il cuore delle sue protagoniste, un lettore è più contento di non sapere il colore dei capelli ma di potersi perdere nei pensieri e nelle emozioni dei protagonisti.

 

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