Recensione “Lo studio della morte” di Riccardo Murari

Trama “Lo studio della morte” di Riccardo Murari

 

Una gara fino alla grande villa disabitata in fondo alla valle: vince chi arriva quinto e perde chi arriva terzo. Sembra un gioco come tanti, in un giorno d’estate come tanti. Ma la villa ha in serbo delle sorprese per i suoi otto ospiti: circondata da un giardino ricco di piante e fiori sconosciuti, all’apparenza tropicali, accoglie i ragazzi in un ampio salone con nove orologi a pendolo, uno più inquietante dell’altro. Il gioco finisce presto: un misterioso biglietto firmato da un certo Keyes e l’improvvisa apparizione di otto lapidi nel cortile della villa daranno il via a una caccia al tesoro drammatica, il cui scopo è sopravvivere..

 

Recensione “Lo studio della morte” di Riccardo Murari

Se vi siete soffermati a leggere la sinossi avrete già avuto modo di capire che “Lo studio della morte” ha una trama originale. Caratteristica che ha stuzzicato la mia curiosità e mi ha spinta a leggere l’esordio del giovane autore Riccardo Murari.

Una comitiva di amici, otto adolescenti, che annoiati in un pomeriggio d’estate decidono di fare una bizzarra gara: una corsa fino alla villa abbandonata nella periferia della valle dove vivono, vince chi arriva quinto e perde chi arriva terzo. Una corsa, una gara, un gioco banale anche se con regole bizzarre. Ma il gioco che non avevano previsto aspetta silenzioso e letale nella villa abbandonata. Un gioco molto più tetro, molto più misterioso e soprattutto molto più pericoloso.

Ad attendere gli otto amici, una villa con un giardino rigoglioso ma inquietante, un ampio ingresso con nove orologi a pendolo e nel cortile otto pietre tombali senza né foto né incisione.

Gli otto giovani protagonisti si ritrovano improvvisamente e rapidamente travolti da un gioco mortale, terrificante ma a cui non riescono a sottrarsi. Una vera e propria partita a colpi di indizi da trovare ed enigmi da risolvere ma con un avversario impossibile da battere: la morte.

Capitoli brevissimi, stile narrativo estremamente scorrevole ma evocativo e ricercato, trama originale. Questi gli aspetti che rendono “Lo studio della morte” un ottimo racconto horror. Dico racconto non per errore ma perché secondo me per rientrare nella categoria “romanzo” aveva bisogno di un po’ più di approfondimento, un po’ più di introspezione.

È stata per me una piacevolissima lettura, quasi un viaggio onirico dalle sfumature horror che io tanto amo. Ma è finito troppo presto. Se pur ho trovato davvero piacevole seguire i ragazzi nella loro avventura ed ho apprezzato tantissimo lo stile di Riccardo Murari, le domande che rimangono in sospeso sono tante.

Qual’è la storia che si cela dietro la villa abbandonata? Perché questo luogo è “maledetto” o comunque perché in quel luogo succede tutto ciò? Qual’è la reazione emotiva dei ragazzi? Perché scelgono di continuare a giocare nonostante le tragiche conseguenze?

Se ci fosse stata una risposta a tutti questi quesiti sarebbe stato uno dei romanzi horror più belli letti nell’ultimo periodo. Così invece rimane solo un validissimo racconto horror.

Lo consiglio: a chi vuole approcciarsi al genere perché si legge veramente in un paio d’ore, a chi ha voglia di lasciarsi trasportate in un viaggio onirico perché con lo stile di Riccardo Murari è garantito.

Lo sconsiglio a chi ha voglia di una storia più complessa, ha chi ha voglia di un horror più introspettivo.

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