Recensione: “Gli occhi neri di Susan” di Julia Heaberlin

Buon pomeriggio ragazzi,
come procedono le vostre letture? La maggior parte di voi è stato completamente assorto dal Salone del Libro, io invece mentre mi crogiolavo nell’invidia guardando le vostre foto su FB, ho terminato “Gli occhi neri di Susan” thriller edito da Newton Compton.
Voi l’avete letto?


Titolo: Gli occhi neri di Susan
Autore: Julia Heaberlin
Editore: Newton Compton
Prezzo copertina: € 4.90
Pagine: 336

 

Trama”Gli occhi neri di Susan” di Julia Heaberlin

Tessa Cartwright, sedici anni, viene ritrovata in un campo del Texas, sepolta da un mucchio di ossa, priva di memoria. La ragazza è sopravvissuta per miracolo a uno spietato serial killer che ha ucciso tutte le altre sue giovani vittime per poi lasciarle in una fossa comune su cui crescono delle margherite gialle. Grazie alla testimonianza di Tessa, però, il presunto colpevole finisce nel braccio della morte. A quasi vent’anni di distanza da quella terrificante esperienza, Tessa è diventata un’artista e una mamma single. Una fredda mattina di febbraio nota nel suo giardino, proprio davanti alla finestra della camera da letto, una margherita gialla, che sembra piantata di recente. Sconvolta da ciò che evoca quel fiore, Tessa si chiede come sia possibile che il suo torturatore, ancora in carcere in attesa di essere giustiziato, possa averle lasciato un indizio così esplicito. E se avesse fatto condannare un innocente? L’unico modo per scoprirlo è scavare nei suoi dolorosi ricordi e arrivare finalmente a mettere a fuoco le uniche immagini, nascoste per tanti anni nelle pieghe della memoria, che potranno riportare a galla la verità…

Recensione “Gli occhi neri di Susan” di Julia Heaberlin

Dopo tanti romanzi passatempo è arrivato finalmente il turno di un thriller che si possa definire tale. “Gli occhi neri di Susan” di Julia Heaberlin, dalla copertina che lasciava spazio ad equivoci e che prometteva bene già dalla sinossi, si è rivelato effettivamente un grande thriller (come riportato in copertina).
Una storia dai toni misteriosi e dagli intrighi ben studiati, con capitoli che si alternano e ci presentano una protagonista carismatica: dal 1995 per scoprire il lato fragile e sconvolto di una ragazzina di sedici anni appena scampata alla morte per mano di un folle serial killer, al presente per ritrovare una donna ormai adulta e forte ma sempre con le paure e le insicurezze lasciate dalla terribile esperienza vissuta.
Svegliarsi in una fossa quasi completamente paralizzata dal dolore e dalla paura, vedere accanto al proprio corpo inerme un’altra ragazza priva di vita e un mucchetto di ossa. Paura, terrore, odore di morte e… margherite gialle. Un campo pieno di margherite gialle: le Black Eyed Susan.
Questo è tutto ciò che Tessa, la protagonista, riesce a ricordare del suo rapimento: non ricorda il volto di chi l’ha rapita nonostante gli sforzi di terapisti e psicologi, non sa cosa sia successo a lei e alle altre ragazze, non sa se l’uomo che è stato catturato e che sta per esser condannato a morte sia veramente il colpevole. L’unica cosa certa è che le margherite gialle continuano a comparire in ogni casa in cui si trasferisce nel corso della sua vita così come la voce delle altre ragazze ritrovate nella fossa continuano a tormentarla.
Il senso di colpa, l’istinto protettivo nei confronti della figlia adolescente, la paura di ricadere nelle mani del killer che sembra divertirsi a piantare margherite gialle, o forse solo per scoprire la verità e riuscire a far calmare le voci delle altre ragazze Susan? Per uno o forse tutti questi motivi, Tessa decide di ripercorrere quell’esperienza riaprendo il caso, analizzando nuovamente le prove e le ossa che nel 1995 erano state presto archiviate. Affidandosi a persone che sembrano avere a cuore il suo caso, Tessa riesce finalmente a scavare nel suo dolore e nella sua memoria ritrovando la sua tranquillità e la tranquillità delle ragazze Susan.
Se inizierete a leggere “Gli occhi neri di Susan” sarà inevitabile per voi non immedesimarvi nella protagonista, a me è successo: giravo ogni pagina con la paura di ricadere in quella fossa, avevo il batticuore quando squillava il telefono della protagonista curiosa di sapere se le indagini avevano avuto risultati positivi, vivevo le emozioni della protagonista e questo è quanto di più bello mi possa capitare leggendo un thriller.
Ottimo stile narrativo, storia ben strutturata, protagonista descritta in modo molto approfondito… sul finale ho qualche dubbio ma solo perché avrei voluto un colpo di scena diverso (quello che ormai avevo immaginato nella mia testa), il che non significa assolutamente che il colpo di scena finale non sia stato gradito.
Mi fermo, ho paura di fare spoiler, aggiungo solo: leggetelo, leggetelo e leggetelo! E state alla larga dalle margherite gialle!

 

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