Recensione: “Bunker Diary” di Kevin Brooks

Buon pomeriggio ragazzi,

ho terminato da un pò di giorni il romanzo di cui sto per parlarvi e ho voluto raccogliere un pò le idee prima di recensirlo perché è un libro da cui non mi aspettavo tanto coinvolgimento. Il libro in questione è “Bunker Diary” di Kevin Brooks, young adult edito Piemme Freeway nella collana Dark.

Titolo: Bunker Diary

Autore: Kevin Brooks

Editore: Piemme

Pagine: 300

Prezzo copertina: 15,00 €

Trama “Bunker Diary” di Kevin Brooks:

Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire. Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti. Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere. Bunker Diary è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un’escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati “dall’uomo di sopra”…

Recensione “Bunker Diary” di Kevin Brooks:

Ho preso in mano questo libro carica di curiosità, avevo letto il parere di alcuni amici blogger che affermavano di aver avvertito leggendo “Bunker Diary” quasi un senso di claustrofobia quindi appena mi è stato consegnato dal corriere ho mollato tutto ed ho iniziato a leggere questa strana storia nata dalla penna di Kevin Brooks. Il romanzo in questione è catalogato nel genere “Young adult” ovvero nella categoria di libri per ragazzi ma a parer mio rientra in questa categoria solo per l’età del protagonista. Credo che sarebbe più giusto specificare bene che un libro incentrato su un ragazzo di 16 anni non è obbligatoriamente una lettura per ragazzi della stessa età, questo aspetto si dovrebbe valutare in base ai temi trattati. Non mi dilungo oltre su questo aspetto ma sottolineo che “Bunker Diary” è un thriller a tutti gli effetti, un thriller psicologico e claustrofobico anche con aspetti un pò crudi.

Voce narrante del libro è Linus che attraverso un diario ci racconta la tragica esperienza che lo psicopatico di turno ha riservato a lui e ad altre 5 persone. Una giornata come tante per il sedicenne Linus che nonostante una famiglia agiata sceglie di vivere di

elemosina per strada, un gesto di generosità nei confronti di un uomo cieco alle prese con una valigia troppo pesante, un fazzoletto impregnato di cloroformio per stordirlo e il risveglio: un ascensore aperto, Linus ancora intontito che si risveglia su una sedia a rotelle, un corridoio completamente bianco, sei stanze bianche, sei letti, una cucina con un tavolo e sei sedie saldate al pavimento, sei forchette, sei bicchieri, sei taccuini e… telecamere, ovunque! Un bunker diventa la prigione perfetta per i sadici giochi di un uomo che attraverso l’ascensore porta giù, in quell’inferno bianco, le vittime scelte: un’ingenua e fragile bambina di 9 anni, una donna un pò altezzosa di circa 35 anni, un’imprenditore obeso, un tossicodipendente e uno scrittore di oltre 70 anni già costretto a lottare con una delle peggiori malattie, il cancro.

Sei vittime che non hanno nulla in comune tra loro si ritrovano a vivere rinchiuse in quel posto senza sapere perché sia toccato proprio a loro, sei prigionieri che si appoggiano, si scontrano, si uccidono, si affezionano. 

Attraverso le parole di Linus, che nel suo diario trova un rifugio per dar sfogo ai suoi pensieri e le sue paure, conosciamo la personalità di tutti i protagonisti e insieme a loro soffriamo, cerchiamo una soluzione e soprattutto una risposta.

Ho tremato insieme a loro ed ho pianto con e per loro perché la maestria di Kevin Brooks è proprio riuscire a farti sentire parte integrante della sua storia. I suoi personaggi ti entrano dentro e ti ritrovi a pensare a loro anche quando il libro è chiuso. Come vi anticipavo prima, “Bunker Diary” è un thriller con i fiocchi raccontato con uno stile semplice, pulito e veritiero e se non fosse per il buon profumo delle pagine appena stampate e la gradevole copertina, si direbbe quasi di avere in mano il reale taccuino di Linus.

Specifico che se siete alla ricerca di un libro leggero che vi porti un pò di allegria “Bunker Diary” purtroppo non fa al caso vostro, ma se vi va di leggere una bella storia, vi va di provare un pò di emozioni o siete appassionati del genere, fate in fretta a procurarvi questo romanzo perché ne vale davvero la pena!

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