Recensione: “Non ti addormentare” di S.J. Watson

Non ti addormentare, bestseller internazionale e romanzo d’esordio del britannico S.J Watson, thriller psicologico giunto in Italia il 3 gennaio 2012 per i tipi Piemme divenuto un caso editoriale in pochissimo tempo.

Titolo: Non ti addormentare
Autore: S.J.Watson
Editore: Piemme
Pagine: 419
Prezzo copertina: 19.00 €

Trama “Non ti addormentare” di S.J. Watson

Ogni mattina Christine Lucas si sveglia in un letto di Londra accanto a un uomo che non riconosce. E ogni mattina quell’uomo le dice di essere suo marito, Ben. Ogni mattina Christine si sveglia e crede di avere poco più di vent’anni. Ma ne ha 47 e la verità è che la sua memoria è ferma a venticinque anni fa, quando un’auto l’ha investita lasciandole una forma di amnesia che azzera i suoi ricordi ogni 24 ore. Ogni giorno Christine mette a mente la sua storia, e ogni notte la scorda di nuovo. Come in un eterno ritorno, non sa chi è e deve ricominciare sempre da capo. Ma come facciamo a sapere chi siamo se non possiamo ricordare la nostra vita? Per riuscirci, Christine scrive un diario su suggerimento del dottor Nash, un neuropsichiatra che incontra di tanto in tanto… perché, però, su una pagina la donna ha scritto di suo pugno “non fidarti di Ben”?

Recensione “Non ti addormentare” di S.J. Watson

Non ti addormentare” è il romanzo con cui lo scrittore britannico Steven Watson si presenta al vasto mondo dei lettori. Sceglie di farlo con un thriller psicologico la cui stesura avviene quando ancora frequenta la scuola di scrittura creativa della London Publishing House e soprattutto sceglie di farlo con un romanzo che diventa un caso editoriale prima ancora di esser pubblicato. Verità sconvolgenti, bugie impensabili, la ricerca di un’identità rubata, la perdita della memoria… questi sono i delicati temi su cui Steven Watson costruisce la sua storia: Christine Lucas si risveglia ogni mattina convinta di avere poco più di vent’anni, in una casa che non riconosce e con un uomo di nome Ben nel letto accanto a lei. Ogni giorno scopre come se fosse per la prima volta, di avere 47 anni, di avere un marito di nome Ben e di soffrire di una grave forma di amnesia che le ha cancellato la memoria a lungo termine e le impedisce di costruire nuovi ricordi. Il suo presente, la sua vita e i suoi ricordi non durano più di una giornata a causa di un violento incidente stradale.
Sia Ben che i medici sono rassegnati all’idea che Christine non potrà guarire né migliorare, ne sono tutti convinti tranne il Dottor Nash che le suggerisce di iniziare a scrivere un diario, un diario che diventerà fondamentale alla protagonista perché è l’unico legame che ha con il suo passato, l’unico modo per non cancellare tutto ciò che apprende e scopre nell’arco della giornata. 
Non fidarti di Ben” scritto sulla prima pagina del diario, una frase scritta forse in un momento di rabbia, una frase che fa insinuare i dubbi e la curiosità in Christine, una frase che forse nasconde la verità.
Una storia, pur non essendo estremamente originale (ci basta pensare al film “50 volte il primo bacio” o “Se mi lasci ti cancello”) risulta molto coinvolgente ed appassionante in particolar modo per la scelta dell’autore di raccontare la storia in prima persona.
Una partenza molto a rilento quella di “Non ti addormentare” perché per metà libro circa ci ritroviamo a leggere praticamente le stesse cose, ogni giorno la protagonista è costretta a sentirsi raccontare da principio quella che è la sua vita e i lettori devono subirsela di conseguenza. Ma se nella prima parte del romanzo le sfumature thriller faticano ad emergere e le scoperte sconvolgenti sono appena accennate, nella seconda parte il ritmo diventa molto più incalzante ed inevitabilmente ci si ritrova a voler scoprire di più, a fare supposizioni, a sperare e combattere al fianco della protagonista.
Molto intenso e bello il finale che però per chi mastica questo genere quotidianamente può risultare prevedibile.Mi sento di consigliare la lettura a chi ama i thriller più soft che più che stupire con l’azione, colpiscono psicologicamente.

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