Recensione “Follia” di Patrick McGrath

Trama “Follia” di Patrick McGrath

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell’occhio clinico che la osserva. Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la “follia” che percorre il libro è solo nell’amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell’occhio clinico che ce lo racconta.

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Recensione “Follia” di Patrick McGrath

Come recensire un romanzo psicologico che rientra nella categoria di classici da leggere almeno una volta nella vita? Ne avranno parlato già tutti e sicuramente meglio di me ma ciò che posso fare io, è raccontarvi la mia esperienza con questa lettura!

Diciamo che, dopo l’acquisto, è rimasto per circa un anno in libreria in attesa del momento giusto. L’ho iniziato poche settimane fa per uscire da un brutto periodo in cui non avevo nessuna voglia di leggere o di concentrarmi su una qualsiasi attività che richiedesse troppo impegno. Avevo quindi bisogno di una storia forte, di qualcosa di sconvolgente e “Follia” sembrava proprio fare al caso mio.

L’ho iniziato quindi con tanto timore ma sono bastate una decina di pagine a farmi capire il motivo che lo ha reso così famoso e acclamato.

Partiamo dal presupposto che nonostante rientri tra i classici contemporanei e nonostante i delicati temi trattati, lo stile di Patrick McGrath è lineare, scorrevole e linguisticamente semplice.

La storia è ambientata per la maggior parte del tempo in un manicomio criminale quindi le nozioni di psicologia, anche se molto romanzate, sono una parte importante del libro. Proprio questo credo sia l’aspetto che mi ha totalmente conquistata.

Ho studiato psicologia e amo tutto ciò che ha a che fare con i misteri della psiche. Questi libri sono un toccasana per me.

A tenermi compagnia in questa avventura, i protagonisti: Stella, moglie dello psichiatra che punta alla direzione del manicomio criminale e Edgard, paziente del manicomio detenuto per uxoricidio (per dirla semplice, travolto da convinzioni immaginarie ha decapitato la moglie strappandole via gli occhi).

Voce narrante della vicenda è invece Peter, psichiatra che analizza sia il caso clinico di Edgard che quello di Stella.

Già, Stella da donna serena con una vita ordinaria si ritrova in preda di un’ossessione amorosa che le porta via tutto: la sua quotidianità, la lucidità, la famiglia, sé stessa.

Il profilo psicologico di Stella e di Edgard viene analizzato minuziosamente ed è veramente interessante scoprire le dinamiche che hanno avvicinato questi due personaggi facendoli diventare amanti. È sconvolgente quanto l’idealizzazione dell’individuo amato faccia perdere di vista la realtà, quanto spinga a superare i limiti della razionalità. Ed è quello che succede ad Edgard con la moglie, poi a Stella con Edgard. Ma ciò che più intriga è che a lettura ultimata, essendo l’intera storia riportata da una persona esterna ai fatti, non si ha la certezza di aver letto ciò che è accaduto veramente.

Se il filo conduttore del romanzo è l’idealizzazione che fa perdere di vista la realtà, ciò che ci si chiede alla fine è: e se la storia appena letta non fosse altro che l’idealizzazione di Peter? E se fosse tutto frutto della perversione di un altro individuo vittima della stessa materia che stava studiando?

Per concludere, vi consiglio assolutamente di leggerlo. Fatevi una vostra idea, vivete la storia d’amore e di follia custodita in queste pagine e provate anche voi ad avere le idee chiare dopo, vi assicuro che non sarà così semplice!

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