Recensione “Gli altri” di Aisha Cerami

Trama “Gli altri” di Aisha Cerami

Il Roseto è una piccola oasi di pace, una palazzina circondata da siepi fiorite. I suoi abitanti si conoscono tutti, e non perdono occasione per incontrarsi e scambiarsi ricette, favori, consigli. Alla morte della vecchia Dora, la comunità si stringe per farsi coraggio e allo stesso tempo vibra di curiosità: chi prenderà il suo posto nel piccolo appartamento con vista sul giardino? All’arrivo dei nuovi inquilini – una giovane coppia con un figlio di dodici anni – i condòmini sono pieni di eccitazione, pronti ad accoglierli come membri della loro grande famiglia. Silenziosi, discreti, gentili, “gli altri” sembrano i vicini perfetti… eppure c’è qualcosa che non va. Perché si rifiutano di partecipare a feste e riunioni? Perché lasciano sempre solo il piccolo Antonio? E perché non rispondono al campanello anche quando sono in casa? In poche settimane, l’aria al Roseto diventa elettrica: antiche tensioni che tornano a galla, litigi che scoppiano per un nonnulla, una macchia sospetta che invade la facciata allargandosi a dismisura. E il dubbio cresce: di chi è la colpa? Sono stati “gli stranieri” a portare scompiglio con la loro presenza? O le responsabilità vanno cercate altrove?

 

Recensione “Gli altri” di Aisha Cerami

Confesso: ho scelto di leggere questo libro principalmente per la copertina. Sarà stato il colore, sarà stata l’armonia e l’equilibrio che mi trasmetteva, non lo so. Sta di fatto che mi sono fatta ammaliare dall’estetica. La sinossi ha dato il tocco finale: originale, insolita e lontana dalla mia comfort zone. E poi capitava esattamente in un periodo giusto: è da un annetto che io e mio marito abbiamo deciso di acquistare casa e stavamo valutando diverse opzioni, tra cui appunto un appartamento in condominio. “Gli altri” di Aisha Cerami ruota proprio attorno a questi microcosmi: i condomini.

Microcosmi. Già, non ho usato questo termine a caso ma l’ho scelto perché sono convinta che tra condòmini è questo che si crea. Un condominio è come se fosse una piccola cittadine con le sue regole, i suoi problemi, le sue tradizioni, i suoi difetti. E questo per alcuni è fantastico perché i vari vicini diventano un po’ parte della famiglia, per altri invece è una sorta di incubo.

L’autrice Aisha Cerami, con uno stile leggero e molto scorrevole, riesce perfettamente a racchiudere tra le pagine di questo libro, questo strano e bizzarro mondo del “Roseto”: il condominio circondato da siepi fiorite, i cui abitanti sono in perfetta sintonia. Oppure no?

La vita tra condòmini scorre in modo tranquillo fino ad un piccolo imprevisto: Dora, la vecchina della porta accanto, muore improvvisamente e la figlia decide di consegnare l’appartamento ad una nuova famiglia senza prima consultare nessuno del Roseto. Secondo le tradizioni del condominio, dovevano essere gli altri abitanti a selezionare e scegliere i nuovi inquilini, questa volta invece nessuno ha potuto mettere il becco. Così la nuova famiglia, una giovane coppia e il figlio dodicenne, si trasferiscono nell’appartamento appartenuto a Dora.

Il primo sgarro? Si sono negati alla festa di benvenuto, rifiutando gentilmente e con garbo l’invito.

Dal quel primo sgarbo, non sono più i nuovi inquilini ma iniziano ad essere “gli altri”. L’unico dei nuovi arrivati a farsi vedere e a partecipare alla vita condominiale è il figlio ma si ritrova spesso a doversi giustificare per l’assenza dei suoi genitori, a fronteggiare le accuse, a difendersi dagli sguardi di rimprovero.

Pagina dopo pagina, ci vengono aperte le porte dei vari appartamenti del Roseto e facciamo la conoscenza con tutti i componenti. Il punto è che, più si va avanti con la storia, più tutti fanno crescere l’astio per i nuovi arrivati e più viene a galla il marcio che in realtà c’è in ogni famiglia e in ogni rapporto di amicizia nel condominio.

Interessante e piacevole conoscere le varie personalità, i vari intrighi, i vari scheletri nell’armadio. Per quanto si abbia voglia di prendere a schiaffi alcuni di loro, ci si affeziona in qualche modo.

Però c’è una cosa che mi ha aiutato a capire questo libro: no grazie, non voglio assolutamente vivere in condominio!

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